Vitali e Tabucchi amici a distanza

LA PROVINCIA | Stendhal
Gianfranco Colombo

Il pittore avrebbe compiuto 91 anni, il rapporto con lo scrittore. Telefonate e lettere tra due artisti che non si incontrarono mai.

Giancarlo Vitali avrebbe compiuto ieri – 29 novembre – 91 anni. Una data che voleva celebrare la mostra “La teoria delle impronte” allestita al Circolo di Bellano, nella quale le incisioni di Vitali dialogano con le opere calcografiche di Rembrandt, Goya, Ensor, Boccioni, Morandi, Bartolini. Un omaggio alla tecnica dell’incisione che ArchiViVitali aveva pensato di far coincidere proprio con la conclusione dell’archivio dell’opera incisa del maestro bellanese, che ha catalogato oltre 500 lastre. Purtroppo le restrizioni dovute al Covid hanno costretto gli organizzatori a chiudere la mostra, in attesa di tempi migliori.

Noi vogliamo festeggiare il compleanno di Giancarlo Vitali ricordando la sua singolare ma intensa amicizia con lo scrittore Antonio Tabucchi. Usiamo l’aggettivo “singolare” perché i due non si sono mai incontrati, il loro è stato un rapporto fatto di lettere, reciproci “regali”, di una telefonata ed affidato soprattutto ad un intermediario di fiducia quale Sara, la figlia dell’artista. L’inizio di questa amicizia avviene simbolicamente nel 1994. In quell’anno nella Sala Castellana del Castello Sforzesco di Milano, si svolge un’antologica dell’incisione di Giancarlo Vitali ed esce il romanzo “Sostiene Pereira” di Tabucchi.

I due non si conoscono, ma l’anno dopo la mostra di Vitali approda al Politeama di Cascina in provincia di Pisa. All’inaugurazione, a cui prende parte Giancarlo Vitali, viene invitato anche Tabucchi, ma all’ultimo momento deve dichiarare forfait per la salute della madre. Allora, Vitali lascia agli organizzatori un’incisione da consegnare a Tabucchi. Tornato a Bellano, l’artista realizza una lastra all’acquaforte che ritrae Pereira seduto al tavolo davanti a una limonata e la manda allo scrittore. Dell’arrivo di quella busta con l’incisione dedicata a Pereira, parla lo stesso Tabucchi in un racconto dal titolo “È arrivato il dottor Pereira”, pubblicato nel volume “Racconti e figure” (Sellerio): «Ieri mattina il dottor Pereira è tornato a farmi visita. È arrivato dall’Italia per posta fino a questa via di Lisbona. Ignaro ho aperto la grande busta gialla nel cui interno si indovinava un cartone, e l’ho sorpreso seduto a un tavolino del caffè Orquídea mentre beveva la sua limonata. Anche lui mi guardava, sorpreso che io lo guardassi. Si era slacciato la cravatta, alla sedia aveva appeso la giacca dalla cui tasca spuntava il Lisboa, teneva un cucchiaino sospeso in aria come se nell’essersi accorto che lo stavo guardando avesse smesso di girare la limonata».

Una sera lo scrittore chiama Vitali per ringraziarlo. Quest’ultimo resta quanto mai perplesso e per cinque minuti buoni sta sul vago, convinto che si tratti uno scherzo. Quando Tabucchi gli dice che «il suo Pereira assomiglia di più al protagonista del libro di quanto gli assomigli Mastrioanni», Vitali capitola: chi lo stava chiamando era il famoso scrittore che per chissà quali meccanismi si era scomodato per ringraziarlo. Tutto si sarebbe potuto fermare a questa telefonata, ma Tabucchi era rimasto impressionato dalla pittura e dalle incisioni di Vitali e dopo avere subissato di telefonate la figlia Sara per avere le informazioni necessarie, pubblica su El Pais un elzeviro dedicato a due pittori: Ernesto Treccani e Giancarlo Vitali.

L’articolo, il 16 marzo del 1999, viene pubblicato dal Corriere della Sera, suscitando sorpresa ed emozione tra le mura di casa Vitali. La risposta a quel gesto di stima e ammirazione dello scrittore è un piccolo dipinto di una “Dama dei gatti”, che la figlia Sara consegnerà allo scrittore nella sua casa di Firenze. Sarà l’inizio di un rapporto continuativo tra Tabucchi e Vitali, di cui la figlia sarà il tramite. Come si vede l’aggettivo “singolare” non è casuale per descrivere un’amicizia slegata da qualsiasi frequentazione, dilatata nel tempo e basata, invece, su un comune sentire, sulla reciproca stima.

A descriverla bastano le parole che Tabucchi scrisse a Sara in una lettera del 29 marzo 1999, appena tornato dal Messico: «Mi saluti molto suo padre, la cui voce, che ho trovato sulla segreteria telefonica, è stata una nota di conforto in questo mio ritorno nella nostra Europa triste e turbolenta. Gli uomini sono solennemente stupidi e soprattutto feroci. Per questo amiamo le persone come Vitali. Gli dica che non mi ringrazi, perché siamo noi che lo ringraziamo».

One thought on “Vitali e Tabucchi amici a distanza

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  1. E’ una storia bellissima, che non conoscevo, e che sembra un racconto di un libro, dove stima reciproca, comunanza di sentire ed arte si incontrano.

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