C’erano impronte che sembravano quasi umane sul tappeto.
Umide.
Albeggiava.
Davanti allo specchio del bagno l’uomo decise di non farsi la barba.
Pensò, misuro l’importanza dell’amore sulla durata di quelli passati.
Dai rumori che provenivano da fuori comprese che stavano raccogliendo la spazzatura. Erano uomini che non si parlavano quelli, meravigliosamente silenziosi.
Uomini colorati.
Avevano mani come nidi d’uccello. Gli tornarono alla memoria immagini di pioppeti, forse fu dopo aver guardato gli spazzolini per i denti. Gli uomini della spazzatura stavano lentamente conquistando il mondo.
Mentre la luce dell’alba entrava dalla finestra del bagno l’uomo si guardò un’altra volta nello specchio e un’altra volta pensò che non si sarebbe fatto la barba. Così, forse, quelle impronte quasi umane, umide, che aveva visto sul tappeto avrebbero avuto un senso. Se qualcuno gli avesse chiesto di chi fossero quelle impronte, avrebbe risposto che quella mattina non aveva avuto voglia di radersi.
Significava qualcosa?
E poi, chi mai gli avrebbe chiesto una cosa del genere?
In ufficio, forse.
Forse entrando in ufficio, dicendo che sul tappeto della sua camera da letto quella mattina aveva trovato delle impronte quasi umane, umide.
Forse qualcuno gli avrebbe rivolto la parola.
Si passò una mano sulla guancia.
Sulla barba che gratta.
Andrea Vitali
Rispondi