Chiunque sia non mi interessa, disse la donna mentre il telefono squillava. Era la quarto o quinta volta consecutiva. Nella cucina c’era odore di pesce fritto. Nella radio imperversavano le voci dei cantanti beat italiani.
Le mosche, diomio!
Lasciavano le loro microscopiche merde sui vetri.
L’asfalto della strada sotto casa bolliva, la mattina avevano riparato un paio di buche provocate dal passaggio degli spazzaneve pochi mesi prima. Aveva nevicato parecchio. Così tanta neve, peccato che se ne fosse andata via in pochi giorni. Ma la donna non la pensava così. Le era piaciuto che le mamme avessero impedito ai loro bambini di andare a giocare nella poltiglia che s’era formata. Alcuni alberi avevano perso dei rami sotto il peso della neve. La donna non aveva mai usato il telefono, né per chiamare né per rispondere. Poi, dopo l’inverno, era arrivata una primavera dolorosa. Colori troppo vivi, rumori troppo sinceri. La donna aveva pensato che il mondo stesse tornando bambino e la cosa non le era sembrata di buon auspicio. Anche l’aria era troppo tenera, pulita, si starnutiva poco in città.
La donna sapeva, per le chiacchiere che raccoglieva andando qua e là per negozi, che col telefono cercavano di venderti di tutto. Non avendo nessuno al mondo nessuno poteva chiamarla. Non aveva bisogno di niente. Non rispondeva al telefono e basta.
Chiunque sia non mi interessa.
Ad alta voce.
Così, tanto per fare due chiacchiere.
Andrea Vitali
Rispondi