La via di Greenaway nel mondo di Vitali

di Elena di Raddo
LA PROVINCIA

La mostra. Visita approfondita a “Mortality with Vitali”, l’allestimento a Casa del Manzoni curato dal regista inglese. L’antologica dedicata al pittore di Bellano arricchita da un’esperienza multisensoriale molto coinvolgente

2017.09.01 La Provincia.jpgL’ambiente in penombra, in sottofondo il rumore scrosciante dell’acqua e sui tavoli una serie di barattoli di vetro con le acque di fiumi, laghi e torrenti del territorio comasco, mentre appese alle pareti la pittura densa di Giancarlo Vitali trasmette i colori e gli umori di Bellano e della sua natura di foglie umide e muschiose. È in questo modo che ha inizio il percorso della mostra che il regista Peter Greenaway ha voluto creare per interpretare l’opera del pittore di Bellano. Un’esperienza invasiva e multisensoriale che coinvolge il visitatore in un viaggio nello spazio raccolto e nel tempo antico della piccola comunità del lago in cui Vitali è vissuto e ha lavorato. Questo microcosmo, di facce, personaggi, abiti, tovaglie imbandite a festa e tavoli da macellaio, insieme all’odore di incenso della sagrestia, ai colori vivaci e cupi degli abiti talari che scandiscono i periodi dell’anno liturgico e insieme quello della pesca e delle coltivazioni, è il pretesto per affrontare il tema dei temi: il mistero della vita e della morte. “Mortality with Vitali”, è appunto, il titolo della mostra.

Quadri umili, donne schive

In questo modo il famoso regista cinematografico ha voluto interpretare l’universo delle opere di Vitali, che ha conosciuto grazie alla mediazione del figlio Velasco, curatore della rassegna in più tappe aperta in questi giorni a Milano. Invitato a conoscere le opere del padre, Grenaway è rimasto colpito dalla malinconia delle opere dell’anziano pittore: «I quadri di Giancarlo erano anche umili. Rappresentavano soggetti umili: attrezzi da artigiani – oggetti di uso quotidiano, non tenuti per bellezza -, pesci in una padella, tovaglioli, funghi da cucinare, avanzi di frutti da non sprecare, scheletrici polli spellati pronti per essere gustati nel brodo della sera, vestiti dozzinali lavati e rilavati. C’erano poi quelle nonne schive, sedute in silenzio in un angolo della cucina. Quando i quadri citavano altri artisti, citavano i pittori degli umili, Rembrandt, de la Tour, Soutine. Erano anche affettuosamente critici, quietamente ironici, delicatamente satirici. Alcuni sfioravano la caricatura ma senza veleno. Mettevo insieme tutte le informazioni che mi giungevano e poi finalmente capii. Ero catturato».

Interessante parallelo

La scelta di ambientare la mostra nella Casa del Manzoni, inoltre, ha suggerito un interessante parallelo anche con la letteratura manzoniana e in particolare “I Promessi Sposi”, che in alcune sale una voce narrante recita sullo sfondo delle immagini delle scene popolari di Vitali. Il doppio registro della mostra, quello dei dipinti, appunto, e quello della scenografia creata dal regista, si integrano perfettamente e permettono una lettura intensa e coinvolgente dell’opera pittorica. Come in una wunderkammer piena di oggetti – tutt’altro che esotici però – Greenaway conduce il visitatore attraverso i temi portanti della pittura di Vitali come le nature morte (fiori, ossa e crani di animali, missoltini, fossili e farfalle), i ritratti della gente comune e le scene rurali di vita sociale: banchetti, cerimonie civili, feste e matrimoni. Nella sala dedicata alle botteghe del paese, tra cestini di uova fresche e l’odore del fieno, insieme al tavolo rosso sangue del macellaio, sono esposti i dipinti della serie dedicata agli animali squartati, che hanno la forza evocativa della pittura seicentesca dei Carracci e quella espressionista di Chaim Soutine. La serie di opere dedicate invece al clero e alle figure, come quella famosa del sagrestano o delle perpetue, che ruotano attorno alla vita semplice della parrocchia, sono accompagnate da abiti clericali, in parte già presenti nella sala della casa museo, e dalla recitazione delle parole manzoniane dell’incontro di Abbondio con i bravi.

Disegni a matita

L’esperienza della malattia ha suggerito inoltre a Vitali una serie di disegni a matita che evocano il suo ricovero in ospedale: una sorta di diario di intima sofferenza umana non priva di umorismo e ironia. Con lo stesso spirito nelle sale dedicate a questa serie su alcuni letti da ospedale giacciono abbandonati abiti che evocano le persone che li occupavano: poveri cenci malridotti o sontuosi colli ricamati ci ricordano che la malattia e la morte accomuna tutti, ricchi e poveri, senza distinzione alcuna. Nel corso della mostra inoltre ci si imbatte, introdotti dai “cani” in acciaio di Velasco, nelle stanze che un tempo sono state abitate da Manzoni, come la sua camera da letto e il suo studiolo, creando una interessante idiosincrasia tra le vicende della sua vita e quella narrata di Renzo e Lucia e la vita che ancora scorre dei protagonisti della “storia piccola” lungo le rive del ramo lecchese del lago di Como.

“Mortality with Vitali”: Father&Son. by Peter Greenaway, Casa del Manzoni, http://www.casadelmanzoni.it – Ingresso 5 €. Martedì -venerdì dalle 10 alle 18 – Sabato dalle 14 al le 18 (ultimo ingresso 17)

L’incontro | Il 7 settembre vetrina per il catalogo “Mortality”

“Time Out”, la mostra antologica dedicata a Giancarlo Vitali, è aperta fino al 24 settembre in quattro sedi espositive milanesi: la parte principale a Palazzo Reale e poi il Castello Sforzesco, il Museo di Storia Naturale e la Casa del Manzoni, dove è in corso l’allestimento di Peter Greenaway di cui parliamo in questa pagina. La mostra si arricchisce ora di tre appuntamenti, in programma il 7, il 14 e il 21 settembre: si tratta di “Bellavista Time Out – Visite con l’autore e presentazioni di libri con aperitivo”. Al primo appuntamento, giovedì 7 settembre, parteciperanno Peter Greenaway e Velasco Vitali, figlio di Giancarlo, artista e curatore della mostra. Alle 18 a Casa del Manzoni Greenaway e Vitali proporranno una visita guidata dell’allestimento, mentre alle 19 nella Sala conferenze di Palazzo Reale il regista inglese presenterà il volume n.32 della collana “Greenaway Catalogue”.

Si tratta appunto di “Mortality Vitali“, realizzato in occasione della mostra di Casa del Manzoni. Il volume è pubblicato da Cinquesensi con il sostegno di Marzotto Sim. Gli altri appuntamenti vedranno la partecipazione, il 14 settembre, di Mauro Novelli, Andrea Vitali e Velasco Vitali e, il 21, di Giancarlo Consonni, Franco Loi e Angelo Stella.

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