di Gianfranco Colombo
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Le opinioni.
L’assessore Del Corno: “Ostinamente indipendente”
Vittorio Sgarbi: “Scava dentro l’uomo”
“È una grande mostra di un pittore ostinatamente indipendente”. Così Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, ha definito l’evento espositivo che vedrà protagonista Giancarlo Vitali a Palazzo Reale a Milano nei mesi di giugno e di settembre di quest’anno. L’occasione in cui presentare la mostra antologica del pittore bellanese a Milano, è stata la presentazione, tenutasi ieri a Palazzo Marino, delle mostre del 2017 e del 2018, a cui ha voluto essere presente anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. E alla luce di questa carellata di straordinari eventi, possiamo dire che Giancarlo Vitali è in ottima compagnia. Il suo nome, infatti, figura accanto a quelli di Keith Haring, Manet, Kandiskij, Andy Warhol, Giorgio De Chirico, Vincenzo Agnetti, Caravaggio e Toulouse Lautrec giusto per fermarci al 2017.
“La mostra di Giancarlo Vitali – ha detto ancora Filippo Del Corno – offre una rilettura critica di settant’anni di lavoro nel nome della pittura ad oltranza, dalle opere giovanili apprezzate da Carrà fino all’ultima produzione. Accanto alle opere degli anni Ottanta e Novanta esaltate e storicizzate da Testori, vi sarà un’ampia selezione di dipinti mai esposti e un raffinato corpusa di incisioni e di opere su carta”.
Contemporaneamente, in altre tre sedi museali milanesi, si svolgeranno altrettante mostre su temi specifici trattati da Vitali: la Malattia, gli Omaggi ai Maestri e le Forme del Tempo.
A rendere il tutto ancora più suggestivo sarà la curatela di Velasco, il figlio di Giancarlo. Il titolo della mostra “Time out”, indica una pausa, un tempo sospeso rispetto al corso delle cose. È “tempo” della pittura di Giancarlo Vitali, la cui universalità risiede nel suo saper essere locale. Una contraddizione di termini a cui il Bellanasco, come lo ha definito Testori, ha saputo dare “un pittorico e materico splendore”.
“Ho la sensazione che, benché lontano dagli occhi di tutti, Giancarlo Vitali sia l’ultimo pittore – ha scritto recentemente Vittorio Sgarbi. – Non ne mancano certo, tra quelli che non hanno voltato le spalle all’Accademia. Ma in tutti loro, e in molti altri, prevale un procedimento intellettuale che assume inevitabilmente un significato programmatico contro quanti, per decenni, hanno considerato e voluto morta la pittura. La pittura di Vitali non è mai illustrativa, e neppure descrittiva. Egli opera uno scavo per scoprire cosa c’è dentro un uomo”.
E di tutto questo cosa dice l’interessato?
Assolutamente nulla. Di fronte ad una mostra che è la sua apoteosi, Giancarlo Vitali ha deciso di tacere, di fare della sua ben conosciuta discrezione, la cifra della sua “presenza”. Lui farà silenzio e a parlare saranno le sue opere.
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