I tipi umani di Vitali dai ricordi manzoniani alla follia di Greenaway

LIBERO

2017.09.20 Libero.jpgIl Comune di Milano, fino al 24 settembre, dedica al maestro Giancarlo Vitali un grande progetto espositivo, a cura del figlio e artista Velasco Vitali. L’evento si sviluppa su più sedi: Palazzo Reale con 200 opere che coprono l’intero percorso dell’autore; Casa Manzoni il cui allestimento è curato dal regista Peter Greenaway sul tema della malattia e della morte con una sorta di camera delle meraviglie, un’idea che nasce dal manoscritto di Antonio Balbiani sugli ultimi giorni di Alessandro Manzoni, ritrovato dallo scrittore Andrea Vitali, con cui Giancarlo ha collaborato. Seguono: Castello Sforzesco, con un’istallazione di Velasco che introduce alle incisioni del padre e Museo di Storia Naturale con la serie Le forme del Tempo, fossili e ritrovamenti geologici del 1991. Il titolo Time Out, indica una sospensione della realtà, dilatata dalla pittura, nonché quel tempo necessario all’artista per contemplare la sua opera una volta ultimata. L’espressione poi sottolinea la costante estraneità dell’autore alle mode del momento. Vitali ritrae tipi umani, con i loro tic e le loro nevrosi, descritti con una gestualità emozionante e rapida. Caricature che si possono immaginare facilmente come gli abitanti di un paese di provincia, dove tutti conoscono tutti. Nessuno è escluso, fino alla drammatica ed evanescente Dama dei gatti del 1985. E ancora nature morte, scene popolari e animali, alcuni inediti.

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