"Fare arte in quarantena? Stare soli aiuta la creatività"

IL GIORNALE Milano
di Francesca Amè

A Milano e in Lombardia nessun lavoro è più come prima, da due settimane a questa parte: ebbene, ci siamo chiesti, come si declina lo smart-working per un artista? Per chi è abituato a muoversi molto, a frequentare gallerie e fire, a confrontarsi ogni giorno con la risposta del pubblico, che cosa comporta questo periodo di doverosa pausa? Lo abbiamo chiesto a quattro noti artisti milanesi.

[…] Velasco (pittore-scultore)
«Mi trovo a Bellano, mio paese natale sul lago di Lecco: qui ho studio e casa. Questa reclusione forzata è un’occasione per stare concentrati sul lavoro, per avere il tempo necessario per riflettere: mi pare di essere tornato indietro ai miei vent’anni, al primo approccio verso una professione che significava una vera e propria esclusione dal mondo, quando essere un artista voleva dire vivere nella marginalità ed essere sbilanciati sulle proprie creazioni.

A dire il vero, questa che stiamo vivendo mi appare come la condizione ideale per ogni artista: si impara a vivere lontano dalle proprie presunzioni. Dopo aver tutti compiuto una corsa ambiziosa per affermarci, si dimostra ancora una volta che ciò che conta davvero è l’opera. Dunque, questo è un momento paradossalmente buono per noi. Il confronto lo fai solo con te stesso, sei costretto a farti domande essenziali, primarie: perché sono un artista? Per chi creo? Ogni opera sembra, da questo punto di vista, fragile e quasi insufficiente – racconta Velasco Vitali, 59 anni, figlio d’arte dell’appena scomparso Giancarlo Vitali -. Se questo periodo di quarantena sarà lungo come sembra, non so dire come ne usciremo: di certo cambierà tutto, è una purga che noi artisti non ci aspettavamo di dover digerire. Abbiamo vissuto nell’epoca più presuntuosa della storia dell’arte, forse è giunto il momento di pagare il conto. Osservo molto la natura, in questi giorni: qui al lago sembra aver già preso possesso di spazi nuovi, dando il megliodi sé. Quando torneremo a essere liberi la vorremo di nuovo a nostro totale servizio?».

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