di Emmanuele Michela
GIORNALE DI LECCO
L’omaggio dell’arte a Giancarlo Vitali e alle sue figure «fuori dal coro»
Fino al 24 settembre Milano dedica all’artista lariano una grande mostra su quattro sedi “Time Out” è il titolo del progetto, che richiama il tempo sospeso della sua pittura, figure famigliari e comuni descritte da un pennello che affascinò persino Giovanni Testori.
L’aveva scoperto quasi per caso, Giovanni Testori. Quell’artista «figlio di pescatori», dal pennello rapido e sintetico, attento alla figura umana, famigliare, che aveva suggellato un mondo intimo fatto di amici, contadini, artigiani e scene comuni. Ma che di lì a poco avrebbe anche «reso arte» figure come animali macellati, carni e tori squartati. Giancarlo Vitali era il «bellanasco» per lo scrittore novatese, che nell’83 gli dedicò niente meno che un elzeviro sul Corriere della Sera, e fu forse la svolta artistica del pittore nato in alto Lario nel ’29 e oggi consacrato da un grande allestimento nella casa della cultura per eccellenza di Milano, Palazzo Reale. Fino al 24 settembre ben 200 opere saranno esposte nella sede artistica milanese, in un progetto ben più ampio che si orchestra su altre tre sedi del capoluogo lombardo: Castello Sforzesco, Museo di Storia Naturale e Casa del Manzoni.
«Time out» è il titolo del progetto. Gioco fermo o tempo sospeso, o ancora la voce «fuori dal coro» che ha sempre rappresentato Giancarlo Vitali nell’arte. Dietro al nome della mostra c’è il momento di sospensione necessario per misurare i valori in campo e il ritmo delle cose, ri-vedere, come accade all’artista nell’istante in cui si ferma davanti alla tela. Con una costante attenzione al senso di identità che le opere di Vitali lasciano trasparire, raccontando il territorio in cui l’artista ha vissuto e lavorato. Vitali è infatti orgogliosamente e ostinatamente locale, e in questo sta l’universalità dell’artista: «Gli anticorpi maturati dentro la sua terra – scrive di lui Mario Botta -, seguendo nuli’altro che la propria vocazione, gli permettono un disincanto etico rispetto alle contraddizioni proprie dell’uomo di oggi».
Così a Palazzo Reale ci saranno dieci sezioni tematiche dedicate alla produzione di Vitali. Al Castello Sforzesco, invece, un’istallazione del figlio Velasco introduce il visitatore alle incisioni del padre. Al Museo di Storia Naturale spazio invece per il focus «Le forme del tempo», cioè le rappresentazioni di fossili e ritrovamenti geologici realizzati da Vitali nel’91, per il centenario della morte dell’abate e geologo Antonio Stoppani. Infine, alla Casa del Manzoni, l’allestimento curato da Peter Greenaway, regista inglese, dal titolo «Mortality with Vitali: Father&Son». Viene interpretato l’incontro tra Vitali e Manzoni
attraverso la «messa in scena» di una vera e propria Wunderkammer, una raccolta enciclopedica ma di umili origini che richiama il contenuto dei dipinti – gli elementi di storia naturale, le apparenze borghesi e l’arredo d’ospedale – e introduce suggestivi collegamenti tra realtà e rappresentazione.
Nel percorso di Palazzo Reale l’artista viene anche raccontato da un video della durata di 20 minuti, girato con l’artista nel suo studio a Bellano da Francesco Clerici e prodotto da ArchiViVitali. L’ingresso a Palazzo Reale è libero. Sono ad ingresso libero anche le due esposizioni del Castello Sforzesco e quella del Museo di Storia Naturale. Biglietto da 5 euro per Casa del Manzoni. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira.
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