LA PROVINCIA DI LECCO
Gianfranco Colombo

Gli ArchiViVitali scendono in campo per aiutare l’Ospedale di Lecco messo a dura prova dall’emergenza coronavirus. Lo fanno mettendo a disposizione alcune opere grafiche di Giancarlo Vitali. L’iniziativa s’intitola “Io dono, tu doni, noi doniamo, essi donano” , un chiaro invito alla generosità in questo frangente così critico. «Noi doniamo opere d’arte – si legge nella presentazione – ma servono soldi. Voi fate una donazione, in cambio riceverete una delle incisioni originali di Giancarlo Vitali. Noi versiamo il ricavato all’Asst Lecco per potenziare l’operatività negli Ospedali di Lecco e Merate». Tutto questo va fatto entro il 13 marzo perché il tempo stringe e l’emergenza richiede tempestività.
Gli ArchiViVitali, che vogliono continuare a tenere viva l’energia di un uomo che per tutta la vita ha fatto il pittore, hanno particolarmente a cuore l’Ospedale di Lecco, perché c’è stato un periodo in cui Giancarlo Vitali ne è stato, suo malgrado, un assiduo paziente. All’inizio degli anni duemila iniziò una personalissima via crucis fatta di esami clinici, interventi, camici bianchi e via di questo passo che ebbe anche due tappe nelle strutture ospedaliere di San Donato Milanese e Bellano. In quei mesi di degenza il pittore Vitali non poteva cedere le armi completamente, non poteva lasciare campo aperto al Vitali malato; così tra una puntura e l’altra, tra una flebo e le arance dei parenti, ecco sortire dalle lenzuola immacolate qualche foglio, qualche matita, ecco materializzarsi qualche schizzo appena accennato di quella vita da recluso. All’inizio erano probabilmente poco più che segni sulla carta, poi il pittore Vitali deve aver capito che quel malato con cui si trovava a condividere il letto poteva essere messo da parte, ogni tanto, ed i segni son diventati disegni, e quei fogli hanno iniziato a trasformarsi nel diario sofferto e ironico, tragico e grottesco di quei mesi, di quella umanissima esperienza.
Il Vitali da Bellano, come lo chiamava Giovanni Testori, trovò nella sua pittura un modo per comprendere, accettare ed infine rimuovere la brutta esperienza. In questo modo nacquero circa duecento disegni che giacevano in un cassetto e che il pittore guardava con sufficienza, neanche fossero materiale da macero. Si trattava di un vero e proprio diario della malattia che Giancarlo Vitali disegnò con tutta la sua umanità, la sua ironia, il suo senso del grottesco, in sintesi con tutta la sua arte. Anche per questo legame, che approdò nel 2005 ad una grande mostra (“Cartella clinica”) proprio all’Ospedale di Lecco, gli ArchiViVitali oggi propongono le opere grafiche di Giancarlo per aiutare il nostro nosocomio.
Chi volesse saperne di più: archivivitali.org.
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